Pubblicato su politicadomani Num 90 - Aprile 2009

Sicurezza
Il sospiro della Legge

di Umberto Rollino

L'idea di Stato nasce dall'esigenza dei cittadini di vedere garantiti il diritto alla vita per sé e per i propri cari e la tutela della proprietà. Tutto ciò trova la sua sintesi, nella lingua della politica, nel termine "sicurezza".
Nel nostro paese è questo uno dei temi su cui si confrontano non solo gli schieramenti politici, i cui profili dovrebbero meglio distinguersi proprio sul tema della sicurezza, ma anche le varie anime dell'opinione pubblica nonché la reale capacità del sistema mediatico di informare sui fatti di cronaca. La sicurezza non è solo un tema politico ma anche e soprattutto un problema etico poiché lo spirito delle leggi che la tutelano rispecchia lo spirito di un popolo e la sua idea di società. Etico è il dibattito che anima la politica italiana e l'opinione pubblica attorno all'approvazione del decreto legge del 23/02/2009 n° 11. Oltre ad inasprire le pene per i reati sessuali, equiparando lo stupro ai reati di mafia, il decreto introduce il trattenimento degli stranieri irregolari fino ad un massimo di sei mesi; il reato di atti persecutori; e la possibilità da parte dei sindaci, in intesa con i Prefetti, di ricorrere ad associazioni di cittadini non armati impiegati nella segnalazione di casi di disagio sociale, le cosiddette ronde.
La complessità della materia non rende possibile un sereno e completo giudizio politico, ma l'idea stessa delle ronde permette di avviare una riflessione sull'argomento e, più in generale, sulla questione sicurezza in Italia.
Nel nostro paese i precedenti storici non depongono a favore dell'istituzione delle ronde. L'idea di un intervento volontario dei cittadini chiamati a partecipare attivamente alla difesa dell'ordine nei propri territori era uno degli elementi che portò alla formazione negli anni '20 dei "Volontari per la sicurezza nazionale" ovvero il tentativo di istituzionalizzare la violenza e lo squadrismo delle camice nere di Mussolini.
Al di là del precedente storico, ciò che impone una riflessione è la possibilità stessa che lo Stato deleghi, seppur in minima parte, una delle sue funzioni peculiari: ovvero la gestione della forza per garantire la sicurezza ai propri cittadini. Quello in questione è un principio fondante dello Stato moderno così come emerge dalla lettura dei pensatori politici che concordano sulla necessità che solo lo Stato - nato dal "contratto", ovvero il libero accordo tra i cittadini - abbia il monopolio della forza ed il relativo controllo del territorio. Ciò era ritenuto necessario per allontanare dalla società lo strumentale ricorso alla violenza per definire i contrasti sociali. La possibile istituzione delle ronde offre l'immagine di uno Stato che prende coscienza della sua incapacità di garantire un efficace e duraturo controllo del territorio, delegando tale funzione ai cittadini, chiamati in questo modo ad una perversa idea di compartecipazione attiva alla politica. Segnale questo ancor più preoccupante in un paese che deve registrate come un terzo del suo territorio, l'Italia meridionale, sia già sotto il controllo delle organizzazioni criminali antagoniste delle istituzioni democratiche.
Si resta per lo meno perplessi dinnanzi alla lenta ma progressiva riduzione dello Stato; tanto da ipotizzare la volontà politica di realizzare il sogno liberal conservatore di uno "Stato minimo" che si occupi solo di pochi e ristretti ambiti lasciando libero spazio alle individualità e alle loro libertà seriamente compromesse, secondo questa filosofia, negli "stati massimi", ovvero i sistemi statalisti. Al di là della condivisione o meno di tale cultura, va comunque rilevato che anche il teorico dello Stato minimo, l'americano R. Nozick, riconosceva solo al potere centrale, senza possibilità di delega, l'onere della sicurezza.
La possibile formazione di ronde di cittadini, a ben vedere, ci spinge a riflettere sul rapporto tra l'emotività dell'opinione pubblica, il sistema mediatico ed il potere politico, se è vero che, a fronte di una diminuzione dei reati sessuali (fonte Ministero degli Interni), si sia diffuso un senso d'insicurezza cui si è risposto con l'idea dell'impegno diretto dei cittadini nella gestione dell'ordine pubblico. L'azione della politica sembra sempre più vincolata alle emozioni del momento, spesso distillate nell'opinione pubblica da media a dir poco scarsamente critici. Ciò innesca un meccanismo di stimolo-risposta tra le emozioni dei cittadini e l'agire politico che, per ciò che riguarda la sicurezza, sembra sempre più ispirato dalla volontà di consenso piuttosto che dall'esigenza di porre soluzioni ai problemi.
Vengono così varate leggi connotate, più che da un autentico spirito etico, da un "sospiro", da una "emozione", che dà vita a una società sempre più intimorita e arroccata su se stessa.

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